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2a Guerra Mondiale 1940-8


Inglesi in fuga


Inno Cambogia  



3 Agosto 1940. Hanno inizio le operazioni contro il Somaliland. La colonia britannica era fortemente presidiata. Gli inglesi, anzi, vi avevano costruito una duplice linea di capisaldi, protetti da reticolato. Le truppe del presidio composte da battaglioni indiani e rhodesiani, nonché da forze cammellate britanniche, era particolarmente agguerrito. L'offensiva italiana si svolse su tre direttrici principali. La colonna di sinistra aveva per obiettivo Zeila, quella centrale Adadlek e quella di destra Aducina. Queste due ultime colonne, dovevano poi congiungersi per l'attacco alla capitale della colonia. Nella foto carri armati italiani a Zeila.


La marcia delle truppe italiane, malgrado le proibitive condizioni del terreno e le altissime temperature, che sfioravano i 50 gradi, procedette rapidamente travolgendo la prima linea di difesa avversaria. Il 6 agosto la colonna di sinistra raggiungeva il mare e occupava Zeila. Poi, lungo la costa, inviava un distaccamento a Bulhar. Più difficile il compito della colonna centrale che dopo una marcia durissima, prendeva contatto con il grosso delle forze britanniche al passo di Karrin e veniva Impegnata in aspri combattimenti. Nella foto colonne celeri verso Hargheisa.


I combattimenti fra il passo Carrin e Adadlek durarono cinque giorni fra alterne vicende. Ma alla fine le truppe italiane riuscivano a sfondare la linea britannica costringendo l'avversario a battere in ritirata verso Berbera. Nella foto truppe carrellate indigene in avanzata.


La seconda linea di resistenza britannica, che circondava Berbera, fu travolta in due giorni di offensiva. A La Faruk, ad una trentina di chilometri dalla capitale della colonia, le due colonne si congiungevano, mentre da Bulhar avanzava anche il distaccamento inviato da Zeila. I1 generale Nasi, comandante delle truppe operanti nel Somaliland aveva praticamente vinto la partita. Nella foto in alto autocarri italiani nella boscaglia. Nella foto in basso le fedeli truppe coloniali muovono all'attacco secondo la loro tattica in ordine sparso.

Il tricolore nel Somaliland




L'entusiasmo delle truppe per il rapido successo dell'offensiva fu grandissimo. Nazionali e coloniali andarono a gara nell'attacco, superando con incredibile abnegazione le durissime difficoltà del clima e del terreno. Nelle due foto scene di esultanza dopo il combattimento per la conquista del fortino di Girreh.



Ormai, superata la Faruk, le truppe italiane marciano verso Berbera. La ritirata britannica si trasforma in rotta. Nella foto una veduta degli apprestamenti difensivi britannici.


Le perdite inglesi, in uomini e materiali, furono ingentissime e diedero la prova dell'accanimento della battaglia del Somaliland. Nella foto automezzi britannici distrutti sulla rotabile che porta a Berbera.

 


Le popolazioni indigene dei Somaliland si affrettarono a fare atto di sottomissione alle nostre autorità militari, dimostrano simpatia per gli italiani. Nella foto un capo tribù si sottomette a un nostro comando.



Il comando delle truppe che conquistarono la 
Somalia Britannica fu tenuto dal generale 
Nasi. Vecchio coloniale, Nasi seppe organizzare splendidamente l'offensiva, sia da un 
punto di vista strettamente militare, sia dal 
punto di vista logistico, cozzava contro difficoltà che gli stessi britannici avevano considerato insormontabili. Nella foto in alto il gen. Narri. Nella foto in basso il comandante della 
colonna che attaccò Berbera, Gen. Frusci.

 




19 agosto 1940. Sul palazzo del governatore britannico di Berbera sventola il tricolore vittorioso. Le truppe inglesi hanno lasciato la colonia a bordo di alcune navi da guerra, sotto il nostro cannoneggiamento e sotto i continui attacchi dell'arma aerea. Si è conclusa così una delle più brillanti imprese coloniali.

La conquista nel Somaliland fu l'ultima azione offensiva italiana nell'Impero. Il logorio materiali reso necessario dall'impresa era stato tale da indurre i comandi a desistere dal consumare ulteriormente le loro limitate risorse di mezzi che non erano reintegrabili, dato l'isolamento della Madre Patria. Nei mesi successivi la bilancia delle forze si spostò in favore dei britannici che erano in grado di far affluire in Africa Orientale rinforzi provenienti da tutte le loro colonie. Nella foto di sinistra prigionieri di colore dopo l'occupazione di Berbera. Nella foto di destra una bandiera britannica catturata nel Somaliland.

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