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Sugako Kanno

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Sugako Kanno

Sugako Kanno (Osaka, 7 giugno 1881Tokyo, 11 gennaio 1911) è stata una giornalista e anarco-femminista giapponese, grande sostenitrice della parità di genere, fu autrice di numerose pubblicazioni riguardo l'uguaglianza tra uomo e donna.

Gioventù e carriera

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Sugako Kanno nacque nel 1881 a Osaka, in una famiglia appartenente alla piccola borghesia. Rimasta orfana di madre in giovane età, ebbe un’infanzia difficile e instabile, passando attraverso vari trasferimenti e problemi familiari. Nonostante le difficoltà, dimostrò fin da giovane una forte inclinazione per i libri e l’autodidattica, alimentata dall’interesse per la letteratura e la filosofia occidentale.

Trasferitasi a Tokyo nei primi anni del Novecento, cominciò a collaborare con riviste progressiste e socialiste. Inizialmente attratta dal cristianesimo sociale, si avvicinò poi rapidamente agli ideali femministi, denunciando la condizione della donna in Giappone e la brutalità del sistema patriarcale e capitalista. Attaccava con forza la monarchia giapponese, l’imperialismo, il militarismo e il sessismo sistemico, collegando l’oppressione delle donne alla struttura autoritaria e gerarchica della società.[1]

Radicalizzazione

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Pochi anni dopo il fallimento della rivoluzione russa del 1905 e la repressione del movimento socialista giapponese, Kanno abbracciò pienamente gli ideali dell’anarchismo. Venne influenzata dal pensatore suo contemporaneo e connazionale Shūsui Kōtoku, con cui ebbe una relazione sentimentale e con cui condivise le critiche al capitalismo e all'oppressivo sistema imperiale nipponico. Rafforzò ancor di più le sue idee, in seguito al matrimonio con Kanson Arahata, uno dei massimi esponenti del pensiero socialista e sindacalista in Giappone. La visione anarco-femminista di Sugako Kanno, sosteneva che l’emancipazione delle donne non poteva essere realizzata senza la distruzione simultanea del capitalismo e della struttura patriarcale. Promuoveva dunque l'amore libero, le libertà individuali, l'autodeterminazione del corpo femminile e la giustizia sociale.[2]

A proposito delle sue idee scrisse:

«Le donne sono trattate come esseri inferiori. Non voglio essere una moglie, né una madre, né una concubina. Voglio essere un umano libero.»

Incidente Kōtoku

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Lo stesso argomento in dettaglio: Incidente Kōtoku.

Nel 1910 Kanno fu coinvolta nel cosiddetto Caso di alto tradimento, una presunta cospirazione per assassinare l'imperatore Meiji attraverso un attentato dinamitardo. Il governo era già in allerta per la crescente influenza delle idee anarchiche e colse l’occasione per reprimere brutalmente il movimento. Kanno fu arrestata insieme ad altri 25 attivisti, anche se la sua partecipazione effettiva al complotto è ancora dibattuta dagli storici. È probabile che non fosse coinvolta direttamente nella pianificazione dell'attentato, ma che ne fosse a conoscenza e lo sostenesse ideologicamente. Durante il processo non negò la sua simpatia per l'azione violenta come forma di dissidenza politica contro l'oppressione.

La sua fermezza impressionò perfino i giudici. Fu l’unica donna tra i condannati alla pena di morte e la prima donna giapponese giustiziata per reati politici. Fu quindi impiccata il 25 gennaio 1911, all'età di soli 29 anni. Le sue ultime parole scritte esprimevano orgoglio per la sua causa e profonda coerenza con la sua ideologia.[3]

La figura di Sugako Kanno divenne un simbolo di resistenza per generazioni successive di femministe, anarchiche e attiviste in Giappone e nel mondo. Sebbene per decenni il suo nome sia stato censurato o marginalizzato, la sua figura è stata riscoperta nel corso del XX e XXI secolo, soprattutto grazie agli studi delle femministe giapponesi contemporanee.

La sua breve ma intensa vita testimonia l’intreccio profondo tra lotta per l’uguaglianza di genere e rivoluzione sociale e rimane un esempio vibrante di impegno e sacrificio per i propri ideali. Fu in sintesi una delle figure più radicali e coraggiose del primo Novecento giapponese. Il suo pensiero anarco-femminista, la sua determinazione incrollabile e la sua tragica morte ne fanno un’icona della lotta per la libertà e l’uguaglianza. In un'epoca di repressione feroce, osò immaginare e lottare per un mondo diverso: senza imperatori, senza padroni, senza patriarcato.[4]

  1. ^ Anarchia e femminismo, su unseen-japan.com.
  2. ^ Una donna radicale, su samurairevolution.omeka.net.
  3. ^ Attentato all'imperatore, su istorica.it.
  4. ^ Lascito ideologico, su ii.umich.edu.

Voci correlate

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Controllo di autoritàVIAF (EN22978076 · ISNI (EN0000 0000 8206 3195 · LCCN (ENn85126484 · GND (DE120662868 · BNF (FRcb17781110t (data) · J9U (ENHE987007274086505171 · NDL (ENJA00101701